sabato 13 maggio 2017


SOCRATE: 
LA FORZA DEL DIALOGO

Socrate a differenza dei sofisti dedica la sua vita alla filosofia, inducendo i suoi allievi alla continua ricerca della verità.
Socrate era certo solamente della sua ignoranza, tanto da dire lui stesso "io so di non sapere".

A Socrate interessa la dialettica, egli vorrebbe approdare alla definizione dei concetti di bene e giustizia e inoltre; secondo Socrate la virtù non è insegnabile dall'esterno, ma viene appresa attraverso una ricerca interiore.

 La madre di Socrate lavorava come 
ostetrica e come lei aiutava le  donne a partorire bambini, Socrate aiutava le menti a partorire idee.

 Per Socrate i veri valori sono quelli dell'anima, in primo luogo la conoscenza.



 L'EDUCAZIONE NEL MONDO GRECO

Le testimonianze più antiche di una qualsiasi educazione sono i MITI
⤶ ⤷
  Illiade    Odissea
⤷  attribuite  
ad Omero

Nei poemi omerici compare il concetto di areté, ovvero virtù o capacità di assolvere bene il proprio compito, che compare come concetto vario.

L'Illiade è il racconto dell'assedio di Troia.
L'0dissea è la narrazione dei viaggi di Ulisse attraverso il Mediterraneo.

I SOFISTI E LA PAIDEIA

Il termine sofista esprime colui che sa usare il sapere ed indica i primi insegnanti a pagamento degli aspiranti politici (areté politica).
Le tecniche insegnate dai sofisti sono quella dialettica e quella retorica, distinte dal fatto che la prima consiste in un dialogo tra due o più interlocutori e la seconda si basa su lunghi discorsi persuasivi.

La PAIDEIA--> sistema di apprendimento ateniese, il cui obbiettivo è la cultura generale.












mercoledì 29 marzo 2017


GLI STILI DI APPRENDIMENTO

IN BASE ALLE FUNZIONI

STILE LEGISLATIVO: favorisce la creatività; è caratterizzato da decisioni, regole autonome e rifiuto dei problemi prestrutturati.
esso è penalizzato nell'ambiente scolastico e nel lavoro.

STILE ESECUTIVO: è uno stile considerato affidabile.
viene applicato con delle regole già esistenti.

STILE GIUDIZIARIO: tipico di chi ama valutare regole, procedure o idee.

IN BASE ALLE FORME

STILE MONARCHICO: proprio di chi si dedica completamente ad un impresa.

STILE GERARCHICO: proprio di chi ha una gerarchia e un ordine dei propri obbiettivi.

STILE OLIGARCHICO: caratterizzato da più obbiettivi.

STILE ANARCHICO: proprio di persone motivate da più bisogni e obbiettivi.

IN BASE AI LIVELLI

STILE GLOBALE: tipico di chi preferisce questioni vaste e astratte.

STILE LOCALE O ANALITICO: comporta attenzione verso i dettagli.

IN BASE AGLI SCOPI

STILE INTERNO: proprio di persone introverse.

STILE ESTERNO: proprio di persone estroverse.

IN BASE ALLE INCLINAZIONI

STILE LIBERALE: chi tende a favorire il cambiamento.

STILE CONSERVATORE: chi minimizza i cambiamenti.




LE STRATEGIE DI APPRENDIMENTO 

LE STRATEGIE DI APPRENDIMENTO collegano le competenze e il processo.
Bisogna tenere presente alcuni punti:

1. L'APPRENDIMENTO di strategia riguarda lo studente mentre L'INSEGNAMENTO di strategia    riguarda il docente 
2. Ognuno ha le proprie strategie che deve scoprire
3. Le strategie si imparano attraverso delle attività 
4. Le strategie dipendono dalla PREDISPOSIZIONE  PERSONALE
5. L'uso delle strategie dovrebbe diventare parte del LAVORO IN CLASSE e delle INTERAZIONI TRA ALLIEVI.

La strategia di apprendimento può essere definita come un insieme di procedure utilizzabili per conseguire un apprendimento. Hanno distinto due strategie:

STRATEGIA SERIALE: propria di uno stile di apprendimento per operazioni, ovvero ci si basa su ipotesi circoscritte e si procede passo per passo

STRATEGIA OLISTICA: propria di uno stile di apprendimento per comprensione, ovvero si affronta il compito attraverso ipotesi o schemi generali.

Il tipo di insegnamento può favorire alcuni stili e svantaggiare altri stili.
Infatti spesso la scuola non riconosce la diversità degli stili degli allievi e privilegia solo gli studenti con uno stile cognitivo simile a quello dell'insegnante.



IL RUOLO DELLE EMOZIONI 

Per spiegare in che modo uno studente affronta il difficile compito dell'apprendimento non è sufficiente individuare gli stili cognitivi.
I PROCESSI MOTIVAZIONALI, EMOZIONALI E AFFETTIVI interagiscono con quelli cognitivi.
Sono processi indipendenti l'uno dall'altro: le stesse reti neurali sono interconnesse costantemente.
BANDURAnel 1977 ha proposto il DETERMINISMO RECIPROCO:

- ASPETTI COGNITIVI: percezioni, pensieri, ricordi, conoscenze.
- VALUTAZIONI E ATTRIBUZIONE DI SIGNIFICATI: valori, opinioni, atteggiamenti.
- EMOZIONI: gioia, gratitudine, amore, ansia, rabbia, vergogna.

In relazione all'apprendimento e all'ambiente scolastico, l'ANSIA è diversa dalla PAURA e più simile alla FOBIA che influisce molto sul rendimento scolastico: si parla di ANSIA DA PRESTAZIONE.
Le sensazioni sono: ti senti impreparato, non all'altezza della prova, ti preoccupi per la brutta figura che potresti fare davanti all'insegnate e ai compagni, ti spaventa a brutta reazione dei tuoi genitori per un eventuale brutto voto.
L'ANSIA provoca sudorazione, tremore, palpitazioni.
Ciò che fino ad un istante prima sembrava scolpito nella memoria, ora risulta impossibile da ricordare.

ATTIVAZIONE ECCESSIVA: l'ansia, nella giusta misura, serve ad " attivare " l'organismo.
 La giusta ansia per un'interrogazione stimola a studiare ma un livello di ansia ti distrugge 












BISOGNI FODAMENTALI 

I Bisogni fondamentali sono costituiti da un sistemi di valori umani intrinseci.
Vengono desiderati da tutti gli esseri umani. 
I BISOGNI FONDAMENTALI E LE ESIGENZE  sono considerati fattori intrinseci.
I bisogni fondamentali ISTINTUALI e i bisogni SUPREMI vengono considerati diritti.
Per essere ciò che siamo bisogni gratificare questi bisogni per questo vengono considerati diritti naturali.
LA GERARCHIA DEI BISOGNI  ha fatto capire che serve un tavolo di esposizione per scegliere il proprio desiderio secondo il proprio gusto e secondo al desiderio scelto, tale scelta viene fatta frequentemente e questo fenomeno viene chiamato LIVELLAMENTO DELLE MOTIVAZIONI.
Questa tendenza consiste nel preferire per scopi esplicitativi i bisogni di tipo inferiore per quelli medi e i bisogni medi per spiegare quelli più alti.





domenica 5 febbraio 2017


LA METACOGNIZIONE

La metacognizione è l'autovalutazione dei risultati conseguiti.
Essa ci permette di controllare i nostri pensieri e quindi anche di conoscere e dirigere i nostri processi di apprendimento.
La metacognizione è la fondamentale capacità umana di comprendere e riflettere sul proprio e l'altrui stato mentale e sulle percezioni, riuscendo così a prevedere il proprio comportamento e anche quello degli altri.


LE TEORIE EDUCATIVE

Le teorie educative si basano sul rapporto che si crea all'interno del processo formativo fra docenti e allievi.



LA TEORIA PSICOANALITICA:

Secondo la psicoanalisi la classe è un campo di incontro e scontro di forze inconsce. 
Essa mette in luce i fenomeni di transfert, con i quali i ragazzi proiettano sull'insegnante le dinamiche del rapporto con i loro genitori e i fenomeni di proiezione, quando, noi all'interno della nostra mente, avvertiamo qualcosa di pericoloso e lo proiettiamo inconsciamente all'esterno.
Inoltre ogni ragazzo ha un immagine di sé, ossia una certa considerazione di se stesso che si costruisce a partire dal rapporto con la propria figura di riferimento.

Secondo la psicoanalisi un insegnante, nel rapporto con gli allievi, è spinto a rivivere la propria infanzia; fenomeno che se adeguatamente compreso, può aiutare l'insegnante a capire meglio i comportamenti degli allievi.


LA TEORIA UMANISTA:

La teoria umanista si concentra sul comportamento del docente e i suoi effetti sull'alunno.
Secondo Rogers, principale esponente di questa corrente della psicologia, un insegnamento, per risultare efficace e significativo, richiede tre atteggiamenti chiave:

• l'autenticità o congruenza
la considerazione positiva incondizionata
la comprensione empatica

L'educatore, inoltre, deve insegnare ad imparare e l'allievo dovrà essere in grado di autovalutarsi.


LA TEORIA SISTEMICA:

La teoria sistemica si basa sulla totalità, per la quale il mutamento di una parte genera il mutamento di tutto. 
Secondo questa teoria tutto è comunicazione, anche il silenzio.
Paul Watzlawick sostiene che per spiegare un fenomeno occorre prenderne in considerazione il contesto.
La teoria sistemica dice che:

• L'educatore deve fornire la riorganizzazione della classe ogni volta che ne viene turbato l'equilibrio.
• Egli deve individuare le persone chiave all'interno della classe (leader positivo e leader negativo)
• E deve tenere sotto controllo l'ansia difronte ad un problema o ad un compito.






domenica 22 gennaio 2017


KURT LEWIN

Kurt Lewin era un uomo di origine ebraica. 
Egli nacque a Mogilno il 9 settembre 1890 e morì a Newtonville il 12 febbraio 1947. 
Egli si trasferì con la famiglia a Berlino, dove frequentò il Liceo classico. Inizialmente si iscrisse a Medicina, poi dopo un anno si trasferì alla facoltà di Filosofia dell'università di Berlino.
Qui entrò in contatto, con la filosofia dell'atto di Franz Brentano, da cui trasse alcuni spunti per lo sviluppo del suo pensiero futuro. 
Prima di poter discutere la tesi Lewin fu chiamato al fronte, condividendo il destino di molti ebrei tedeschi, prima chiamati a combattere per la patria tedesca, e poi da questa sacrificati. 
Durante questo periodo il giovane Kurt Lewin produsse un breve saggio in cui, anticipando il concetto di "campo", descrisse come, la percezione dei luoghi e dei paesaggi cambiasse, nella mente dei soldati, a seconda della vicinanza o della distanza dal fronte. Tornato a Berlino e laureatosi con una tesi di non eccezionale interesse, rimase nell'ambiente accademico berlinese, dove venne a contatto con la filosofia di Ernst Cassirer e con la scuola della Gestalt di Wolfgang Köhler, Kurt Koffka e Max Wertheimer
Fu quindi professore di filosofia e psicologia presso l'Università di Berlino dal 1926. Partecipò alla prima fase della scuola di Francoforte presso l'Istituto di studi sociali, fino a che, con la presa del potere di Hitler, molti membri si trovarono costretti ad emigrare.
Nel 1933 Lewin emigrò negli USA dove fu accolto dalla Cornell University, donde, più tardi, si sarebbe trasferito all'Università dello Stato dello Iowa. Fu infine anche ad Harvard ed al MIT. Contemporaneamente, fu ricercatore e consulente presso numerose istituzioni pubbliche e private. Notevole fu poi la sua collaborazione con l'amica Margaret Mead, assieme alla quale, lavorò per conto del Governo degli Stati Uniti e sul mutamento delle abitudini alimentari delle famiglie.


PERCEZIONE VISIVA E SCHEMI GESTALTICI


La psicologia della forma studiò a lungo la percezione visiva. La Gestalt ha dimostrato che la percezione visiva svolge un ruolo creativo: è attiva, classifica e interpreta le sensazioni.La Gestalt e Max Wertheimer che ne è il fondatore, hanno individuato i principi del raggruppamento degli oggetti ovvero schemi innati che collegano e organizzano i dati che riceviamo attraverso l'organo della vista. i più importanti sono:




VICINANZA: tendiamo a 
raggruppare oggetti vicini tra loro.










SOMIGLIANZA: diamo a 
raggruppare oggetti tra loro simili.





➜ CONTINUITÀ: tendiamo a raggruppare oggetti che possono essere visti l'uno la continuazione dell'altro.







CHIUSURA: tendiamo a raggruppare gli elementi in modo che formino una figura chiusa.




PREGNANZA: tendiamo a raggruppare gli elementi che costituiscono una figura semplice.





BUONA FORMA: tendiamo a raggruppare gli elementi in modo da ottenere la figura più semplice.




ESPERIENZA PASSATA: tendiamo a raggruppare gli elementi associati alla nostra esperienza passata.